I navigatori passano sempre più tempo nei social network come dimostrato da una ricerca della Nielsen e l'Italia è al primo posto davanti all'Australia in questo nuovo trend. Inizia la parabola discendente per i blog? Se sempre più persone invece di leggere articoli stanno ore e ore su Facebook in che modo ne risentiranno le entrate dei blogger? Non è che la vedo così brutta, il fatto è che in internet c'è una continua evoluzione e bisogna sempre stare al passo con i tempi.
A fronte di una possibile diminuzione di reddito derivante dai programmi di affiliazione nascono però sempre nuove opportunità. Alcune di queste sono molto controverse e investono l'etica stessa della rete. Recentemente l'italiana PromoDigital è entrata a far parte del gruppo europeo Wikio o meglio, come dicono loro, si è trattato di una fusione più che di una incorporazione.
Ne hanno già parlato in modo certamente più autorevole di me, tra gli altri, Tagliaerbe sul Tagliablog, Francesco Gavello e Daniele Di Gregorio su Ikaro. Il modello di business è quello di creare delle campagne di passaparola online su blog, forum e social network. L'obbiettivo è quello di "far parlare la rete attorno a prodotti, iniziative, video, ecc." e viene raggiunto invitando le persone interessate ad entrare nella community di PromoDigital per accettare di partecipare a selezionate campagne promozionali.
In estrema sintesi il sistema per i blog funziona più o meno così
- Si registra il nostro blog o anche più di uno. L'iscrizione sarà approvata se il sito soddisfa alcune caratteristiche minime come la regolarità di aggiornamento, assenza di contenuti osceni, ecc.
- Si accede alla Bacheca del sito attraverso il login nella sua Homepage per visionare le campagne pubblicitarie disponibili
- I blog saranno valutati in base alla qualità dei contenuti, numero di link, pagine indicizzate ma non ci saranno esclusioni a priori
- Ogni campagna è costituita da un budget, che comporta un certo numero di articoli, messo a disposizione da un investitore per promuovere un prodotto e si presenta sotto forma di brief che un blogger è libero o meno di accettare
- Il brief è una comunicazione in cui il proprietario o gestore del brand rende note la modalità e l'obbiettivo della campagna, precisa alcuni parametri come la grafica, i link da inserire, ecc.
- Il blogger che aderisce a una campagna è tenuto a scrivere un post secondo le modalità specificate. Ci possono essere anche iniziative come concorsi, sondaggi, ecc.
- La retribuzione minima di un articolo è di 5 euro ma può salire anche a 60-70 euro a seconda del Page Rank del blog, delle pagine viste, delle visite uniche, della quantità e qualità dei commenti
- Si può scrivere un solo articolo per ogni campagna, questo articolo dovrà essere convalidato dal creatore della campagna, si potrà scrivere quello che si vuole ma occorrerà sempre rispettare il brief, cioè le linee guida.
- L'articolo dovrà essere pubblicato solo dopo la convalida che riguarda: la presenza del disclaimer "sponsored conversation" e dei link nofollow per una maggiore trasparenza nei confronti dei lettori. La convalida non prende in considerazione i giudizi espressi dal blogger
- L'articolo non potrà più essere modificato
- Il pagamento avviene tramite Paypal e non occorre avere una partita IVA
- I link alle pagine sponsor sono tutti nofollow; questo attributo serve, a detta dei promotori dell'iniziativa, per non alterare il Page Rank delle pagine linkate e dello stesso blog che scrive il post a pagamento. L'obbiettivo dichiarato è solo quello di disseminare il web di opinioni riguardo a un prodotto, servizio, video, startup, ecc.
- Non vengono violati i codici etici dei blogger WOMMA e WOMMI. Nel sito di questa organizzazione italiana è pure presente una discussione molto accesa su questa iniziativa di PromoDigital
- Ulteriori informazioni possono essere consultate nella pagina delle FAQ
Forse è ancora troppo presto e se ne sa ancora troppo poco prima di dare dei giudizi definitivi in merito. I punti essenziali sono:
- Fino a che punto posso pubblicare articoli per i quali ho scarso interesse solo per avere dei soldi in cambio?
- Un blogger cha accetta queste "marchette" perde in credibilità o fa solo il proprio legittimo interesse?
- Come reagiranno i lettori alla pubblicazione di articoli "sponsored conversation"?
Sarei lieto di conoscere la vostra opinione in merito in modo da farmene anche una mia personale in quanto al momento sono alquanto perplesso.
Io sono dell'idea che ogni tanto sia possibile pubblicare anche un articolo "sponsorizzato", ma che un blog debba mantenere soprattutto la propria identità e non "vendersi" in toto al mercato.
RispondiEliminaMeglio ottenere un po' meno entrate ma avere ancora la libertà di scrivere ciò che ci pare, quando se ne ha voglia.
ciao
Riccardo
@riccardo
RispondiEliminaa prescindere da considerazioni morali credo che sia importante anche il compenso. 5 euro rappresentano poco o nulla mentre con un articolo a settimana da 60-70 euro si potrebbero ottenere delle entrate interessanti.
Penso che anche la percentuale di post a pagamento rispetto a quelli normali dovrebbe essere un parametro importante.
Non si dovrebbero mai superare il 3-5% di articoli sponsor altrimenti ne risentirebbe l'autorevolezza del blog e si irriterebbero i lettori abituali.
In linea di principio non sono però contrario a questo tipo di articoli; l'importante è di dichiarare di cosa si tratta e che lo si fa per soldi più che per esigenza informativa. Vorrei solo capirci di più e vedere dei post di questo tipo già pubblicati in qualche blog per farmi un'idea più precisa.
Grazie del contributo
quanti giornali leggiamo che sponsorizzano aziende grosse...e prodotti vari e adesso per un blog che fa un post per un determinato articolo e da punire, almeno se non scrive solo post a pagamento puo andare bene
RispondiEliminaIo sinceramente non la trovo una cattiva idea...insomma, si può provare :)
RispondiEliminaCerto, sono d'accordo sul fatto che "un post ogni tanto" va bene, ma basare il proprio sito su articoli sponsor è esagerato. Ho aperto il mio blog e mi piace scrivere e scoprire cose nuove da poter comunicare ai miei utenti...la voglia di guadagnare c'è, non lo metto in dubbio, ma c'è anche la soddisfazione per il proprio blog, che a volte premia di più dei soldi reali
@luca
RispondiElimina@alessia
Daniele Di Gregorio lo ha definito "uno scenario win-lose" con uno che perde e uno che vince. Non sono del tutto d'accordo con lui. Può essere che si riesca a trovare dei vantaggi sia per gli investitori che per i blogger.
Vorrei capire bene però chi sono coloro che preferiscono questo tipo di web marketing al classico AdWords. Nel momento in cui questo sarà chiaro potremo fare dei ragionamenti più approfonditi.
Saranno investimenti complementari per far conoscere meglio un brand o rappresenteranno la parte principale del budget investito?