Il tutto è stato condito da qualche slogan ad effetto: "Privacy totale in Diaspora, alla faccia di Facebook", "Non regalare la tua vita" "Potere agli utenti".
Il funzionamento di Facebook si basa sul concetto che una azienda detiene i dati personali di centinaia di milioni di individui i quali, per interagire tra di loro, devono necessariamente passare per i suoi server. Perché dobbiamo far guadagnare Zuckerberg e soci con le nostre vite? Questa è stata la molla che li ha spinti a intraprendere questa impresa.
In Diaspora l'interazione tra i vari utenti sarà sempre diretta e mai mediata. Non ci saranno i server di Facebook a organizzare il tutto ma ciascun computer diventerà un server in cui passeranno e saranno archiviate le informazioni. Un po' come avviene già con emule.
Per ottenere i finanziamenti necessari non si sono rivolti alle società specializzate in investimenti nel modo di internet, ma stanno raccogliendo i fondi direttamente in rete attraverso il sito Klickstarter. Il progetto partirà il 1 Giugno e, quando mancano ancora 18 giorni, hanno già raccolto più di 130.000 dollari. Ne sarebbero bastati solo 10.000 per iniziare.
I quattro giovani programmatori dichiarano espressamente che il loro intento è quello di uccidere Facebook. Forse peccano si superbia certo però è che se il concetto prende piede se non saranno loro a portarlo a termine, lo faranno altri.
Il fatto certo è che per adesso siamo nel campo delle ipotesi e il "prodotto" ancora non esiste. E' tutto da dimostrare che possa esserci una facilità di accesso come con Facebook nel momento in cui non esiste più un sito di riferimento ma una moltitudine di interazioni e di nodi.
Il gande successo ottenuto con la raccolta di fondi certo servirà da sprone per cercare soluzioni interessanti. Per quanto mi riguarda li seguirò con simpatia comunque vada.
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